05/04/2019 - PROCESSI INFINITI E PENA PERPETUA


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Documento del Consiglio Direttivo della Camera Penale di Milano del 5 aprile 2019


PROCESSI INFINITI E PENA PERPETUA 

Il processo di continua erosione dei diritti e garanzie, instaurato dal Governo giallo-verde, questa volta ricade sul rito abbreviato.

Il Senato lo scorso 2 aprile ha approvato in via definitiva la legge che prevede l’inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell’ergastolo.

L’intervento è stato giustificato dalla necessità di porre rimedio a quei casi giudiziari, ripresi con enfasi dai media, in cui, grazie al giudizio abbreviato, le pene non sarebbero state proporzionate al fatto. 

Ma ragionare per casi eclatanti, inseguendo pretese punitive che spesso dimenticano la singolarità di ogni processo, è il modo peggiore per fare politica giudiziaria.

L’ergastolo non era affatto una pena bandita nel giudizio abbreviato.

Non esisteva alcuna norma processuale che impediva di condannare all’ergastolo con tale rito. L’eventuale scelta della sua non applicazione non avveniva per un automatismo processuale, ma per una libera valutazione del Giudice che, nel caso concreto, riteneva di non applicarlo.

“Con questa legge”, ha dichiarato il Ministro della Giustizia Bonafede, “diamo un segnale fortissimo a tutti i cittadini di questo Paese. Ora c’è la certezza della pena, non ci sono più gli sconti di pena a cui i criminali un po’ si sono abituati in questo Paese quando ci sono reati gravissimi”.

Ancora una volta il refrain della certezza della pena (ovviamente da scontare tutta in carcere) e un preciso segnale e monito ai cittadini: chi sbaglia paga (in carcere e per sempre).

Con buona pace della finalità rieducativa della pena che dovrebbe, invece, farci (rectius farli) ragionare in senso diametralmente opposto, verso il superamento della sanzione perpetua.

Una legge, dunque, ancora figlia di quel populismo penale che caratterizza l’agire dell’attuale legislatore.

E le ricadute di tale modifica, sono state poi valutate?

Come riportato nel parere al disegno di legge del Consiglio Superiore della Magistratura, i dati statistici, forniti dal Ministero della Giustizia, dimostrano la notevole incidenza che aveva il rito abbreviato nella definizione dei procedimenti concernenti delitti puniti con la pena dell’ergastolo (68% nel 2016 e addirittura 79% nel 2017).

Percentuale particolarmente significativa se rapportata poi ai dati generali sui procedimenti definiti con rito abbreviato, pari solo al 17% nel 2016 e al 21% nel 2107.

L’abbandono del rito abbreviato per tali ipotesi non potrà, pertanto, che comportare un vero e proprio stallo delle Corti d’Assise che saranno costrette alla celebrazione di processi in un numero notevolmente superiore rispetto al passato.

Altro che “ragionevole durata dei processi”. Nel futuro prossimo ci attendono processi infiniti e pena perpetua.

Milano, 5 aprile 2019

Il Consiglio Direttivo