18/02/2018 - Lettera del Consiglio Direttivo del 18.2.2018


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Lettera del Consiglio Direttivo al Presidente dell'Unione delle Camere Penali Beniamino Migliucci e al Presidente del Consiglio delle Camere Penali Armando Veneto, sull'approvazione dell’ordinamento penitenziario

La Camera Penale di Milano condivide la preoccupazione per il ritardo nella definitiva approvazione dell’ordinamento penitenziario.

Lo scorso 22 dicembre il Consiglio dei Ministri, ha approvato, in esame preliminare, il decreto legislativo che, in attuazione della legge sulla riforma della giustizia penale (legge 23 giugno 2017, n. 103), introduce disposizioni volte a riformare l’ordinamento penitenziario.

Si tratta di una riforma fondamentale che se pur monca (non sono state affrontate le riforme relative al lavoro in carcere,  all’affettività in carcere, all’ordinamento penitenziario minorile e nemmeno la delega prevista dall’art. 16 della riforma sulle misure di sicurezza personali) finalmente cerca di dare piena attuazione al principio costituzionale di rieducazione della pena, sia attraverso l’ampliamento della possibilità di accesso alle misure alternative e la semplificazione delle procedure per la loro concessione, che attraverso una rivisitazione del trattamento penitenziario.

Ampliamento che, per altro verso, si rende necessario anche per contrastare in modo più efficace il pericolo di recidivanza, notoriamente molto più alto in coloro che subiscono un trattamento detentivo rispetto a coloro che beneficiano di misure alternative adeguate.

In particolare il decreto, recependo alla lettera le indicazioni contenute nella legge delega del giugno scorso, ha rivisto il sistema delle preclusioni all’accesso delle misure alternative, modificando l’art. 4 bis dell’ordinamento penitenziario, ma confermando al contempo le preclusioni per i condannati per delitti di particolare allarme sociale, quali quelli associativi in materia di terrorismo e di criminalità mafiosa.

Il testo ha ottenuto il parere favorevole delle due commissioni parlamentari, ma proprio sul punto della modifica delle preclusioni all’accesso alle misure alternative e la modifica dell’art. 4 bis, le commissioni giustizia, ed in particolare quella del Senato, hanno sollevato numerose osservazioni e richieste di modifica, che se recepite, andrebbero a snaturare l’intero impianto del decreto.

E questo nonostante la riforma abbia trovato il sostegno non solo di numerose forze politiche ma anche degli addetti ai lavori, tra cui ultimo quello autorevole del Consiglio Superiore della Magistratura.

La delega per la riforma dell’ordinamento penitenziario prevede una procedura rafforzata per cui, il Governo, nel caso di (doveroso ed auspicabile) mancato recepimento delle osservazioni delle commissioni, non potrà direttamente licenziare il testo, ma sarà necessario procedere ad un ulteriore passaggio parlamentare per il nuovo parere delle commissioni giustizia.

I tempi sono alquanto ristretti. Le prossime elezioni del 4 marzo e la nuova compagine parlamentare potrebbero rendere vano tutto il lavoro di anni che ha portato a questa riforma.

La calendarizzazione del prossimo Consiglio dei Ministri per il 22 febbraio determina di fatto l’impossibilità di una definitiva approvazione del decreto prima delle elezioni.

La Camera Penale di Milano si unisce, dunque, agli accorati appelli sollevati da più parti, ivi compresi quelli delle Camere Penali territoriali di Napoli e Venezia, per l’immediata approvazione del decreto senza ulteriori modifiche, aderendo alle iniziative di mobilitazione  che la Giunta dell’Unione intenderà intraprendere per sollecitare il Governo ad una convocazione urgente del Consiglio dei Ministri in modo da garantire la emissione del decreto di riforma dell’ordinamento penitenziario prima delle prossime elezioni.

 

Milano 18 febbraio 2018

Il Consiglio Direttivo