10/12/2017 - APPELLO ERGASTOLO OSTATIVO


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In occasione dell’anniversario della dichiarazione dei diritti umani del prossimo 10 dicembre pubblichiamo l'appello sull'ergastolo ostativo della Camera Penale di Milano

La Camera Penale di Milano, cosi come l’Unione delle Camere Penali Italiane, ormai da anni si batte per la revisione delle norme che hanno introdotto l’ergastolo ostativo.

La pena dell’ergastolo, se comminata per i reati previsti dal primo comma dell’art. 4 bis del nostro ordinamento penitenziario, è caratterizzata dalla impossibilità di accesso ai benefici penitenziari. Una pena perpetua, senza via di scampo.

L’unica modalità di uscita dal tunnel del “fine pena mai” è il riconoscimento di una condotta da parte dell'ergastolano di collaborazione effettiva, ovvero, dopo gli interventi della Corte Costituzionale, recepiti poi nell’ art. 4 bis, della impossibilità o della irrilevanza della collaborazione. 

La non revisionabilità della pena di durata indeterminata è in palese contrasto con la finalità di risocializzazione della pena prevista dalla nostra Carta Costituzionale; la preclusione assoluta lede persino l’autonomia di giudizio della magistratura di sorveglianza nel proprio compito di valutazione dell’individuo sulla base della personalizzazione del trattamento che sta alla base del nostro sistema penitenziario e dell’esecuzione penale in genere.

Il sistema si pone, poi, in contrasto con i più recenti principi del diritto penale moderno, rinvenibili nella giurisprudenza della Corte EDU. Secondo tali principi ogni Stato deve disciplinare chiaramente le modalità e le tempistiche della revisione anche della pena dell’ergastolo, riconoscendo anche a questa categoria di detenuti il “diritto alla speranza”, ricompreso nell’art. 3 C.E.D.U. Questo diritto è, per i Giudici di Strasburgo, insito nella persona umana, in quanto, se è vero che i condannati all’ergastolo “effettivo” sono responsabili di gravi reati e le loro condotte hanno inflitto ad altri indescrivibili sofferenze, tuttavia, essi conservano un’umanità fondamentale ed hanno la capacità intrinseca di cambiare. Ne consegue che, indipendentemente dalla quantità della pena loro inflitta, essi conservano la speranza di riscatto per gli errori commessi.

Come Camera penale, abbiamo organizzato incontri ed eventi di riflessione sul punto, non ultimo quello dello scorso 22 novembre presso la Casa di reclusione di Opera alla presenza dell’onorevole Fassone, autore del libro “Fine pena: ora” e con la partecipazione attiva degli stessi ergastolani.

Abbiamo aderito alle mobilitazioni indette dall’Unione delle Camera Penali italiane per l’abolizione dell’ergastolo ostativo.

Abbiamo partecipato con l'Osservatorio carcere UCPI al tavolo 16 degli Stati Generali dell’esecuzione penale proprio al fine di ridisegnare o quantomeno ridurre l’ostacolo normativo alla concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei condannati per i reati di cui all’art. 4 bis.

La recente revisione dell’ordinamento penitenziario però, purtroppo, non ha previsto il superamento dell’ergastolo ostativo né ha modificato le condizioni di accesso ai benefici penitenziari, accesso ancora subordinato al requisito della collaborazione.

In occasione dell’anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani del prossimo 10 dicembre ci sembra doveroso, dunque, rilanciare un appello pubblico per il superamento dell’ergastolo ostativo, aderendo all’iniziativa di digiuno per l’abolizione dell’ergastolo promossa per tale giornata dall’associazione “Liberarsi”.

Per aderire all’iniziativa: http://www.liberarsi.net/aderisci-allo-sciopero-della-fame-del-10-dicembre-per-labolizione-dellergastolo.html

 

Il Consiglio Direttivo